Carissimi amici appassionati di Fantascienza, i più attenti tra voi si saranno immediatamente accorti che l’Editoriale che, come da consolidata tradizione, apre ogni numero della fanzine viene questa volta sostituito da un pezzo scritto a quattro mani. Il motivo di questa novità è semplice: nel 2016 ricorrono i quindici anni dalla nascita di Fondazione. Non è pochissimo anche se il fandom italiano ha espresso realtà ancora più longeve. Ma noi siamo contenti di ciò che abbiamo fatto finora e abbiamo voglia di festeggiare l’evento con voi. Perché scrivere il pezzo in due? E’ semplice: la nostra rivista ha due papà, Claudio ed Enrico. Ma non crediate che il DNA sia solo maschile, gran peso hanno avuto le donne che molto hanno dato a questa pubblicazione. Da Rosaria Leonardi, che ha “fatto le pulci” ai vari numeri andando a caccia dei più piccoli difetti (facendo ammattire i maschietti della redazione) a Milena De Benedetti che è stata madrina del n° 0 con uno dei suoi racconti più belli. Il bilancio, a quanto pare, si può considerare positivo. Fondazione si è aggiudicata molte volte il Premio Italia, nella categoria Miglior Rivista Amatoriale, e per gli articoli e i racconti che ha ospitato. Venticinque numeri più due supplementi per oltre mille pagine e più di duecento tra racconti, fumetti e articoli. Il piacere di aver ospitato praticamente tutti i protagonisti della Science Fiction di casa nostra e molti dei francesi più accreditati. La soddisfazione di aver proposto narrativa scritta da autori del calibro di Robert Silverberg e Ian Watson. Il merito (ma sì, concedetecelo) di aver utilizzato le copertine disegnate dai migliori illustratori italiani in circolazione.

La rivista è ora il bollettino ufficiale di una associazione culturale senza scopo di lucro che da 7 anni organizza una convention, la Aetnacon, che ha ospitato le migliori menti della fantascienza Italiana e Straniera; facendo della Sicilia un polo di attrazione della Science Fiction mondiale. Eppure… Il tempo è passato, e guardando la fotografia che correda questo breve articolo appare chiaro che nel 2001 le chiome erano più folte, le barbe più scure e i sorrisi più larghi. Ma lo spirito, credeteci, è rimasto quello di sempre. Per fortuna, la tecnologia ci ha aiutati, e la veste tipografica di questa rivista è cambiata. Le copertine sono a colori e patinate, l’interno è più curato. Ma la scelta di impaginare i testi su due colonne, in omaggio alla tradizione della fantascienza di casa nostra è rimasta, come è rimasta la carta su cui la rivista ancora testardamente esiste. Speriamo, quindi, di continuare a proporre materiale di qualità, abbastanza valido da interessare chi ama il fantastico. Rimane un pizzico di nostalgia per l’epoca delle fotocopie, ma lo sguardo è rivolto in avanti. Verso il futuro. Come vuole il verbo fantascientifico. Buona lettura.

 

 

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Il numero 23 di Fondazione SFM si è fatto attendere quasi un anno. Un parto lunghissimo che però non ha visto inattiva la nostra associazione che ha organizzato, nel settembre scorso, una AETNACON (la quinta) degna di tutti gli onori, con ospiti interessanti e un congruo numero di partecipanti (alcuni venuti anche dalle “lontane regioni del Nord Italia”). Qui vogliamo ricordare Val Romeo, disegnatrice siciliana del fumetto SF di casa Bonelli, Nathan Never, intervenuta di persona, che ha colloquiato piacevolmente per oltre due ore con Carlo Recagno (di Martin Mystere, che si è collegato in videoconferenza). E il nostro amico transoceanico, Paul Di Filippo, ormai un ospite fisso della manifestazione. Una due giorni faticosa e bellissima, di cui, in questa rivista che avete tra le mani, potete vedere alcuni estratti.

 

Ma veniamo, appunto, al numero 23. La narrativa è rappresentata da due racconti. Del primo è autore Andrea Coco, esordiente sulle nostre pagine, che ci offre una storia connotata da una certa dose di ironia. Con il secondo vi proponiamo un testo di uno dei principali esponenti della fantascienza di casa nostra, Gianni Montanari. Non manca un pezzo di critica letteraria con un articolo che una nuova collaboratrice, Annamaria Zizza, ha voluto dedicare a Crash, uno dei romanzi più controversi di James Ballard. Restando alla saggistica, Claudio Chillemi ci presenta uno speciale sui fumetti supereroistici degli anni ’40 che approfondisce il legame tra la fisionomia dei personaggi delle strisce e il clima bellico del periodo. Enrico Di Stefano, invece, si dedica allo Steampunk, sottogenere fantastico tra i più amati, cercando di coglierne i legami storici e tecnologici con l’era vittoriana e la Belle Epoque.

Si torna a sorridere con Mauro Mirci che riproponiamo su queste pagine con un articolo di “fanta-criptozologia” estratto dal suo brillante e seguitissimo intervento all’ultima AETNACON.

La ciliegina sulla torta è rappresentata dall’intervista che la Redazione è riuscita a “carpire” allo scrittore americano John Kessel nel corso di una piacevole mattinata trascorsa a chiacchierare amichevolmente di Science Fiction.

Tradizione vuole che la “n°1” come noi della redazione chiamiamo la copertina, venga affidata ad artisti di prim’ordine, di caratura internazionale. Questa volta l’autore è l’ottimo Luca Oleastri, illustratore tanto prolifico quanto innovativo.

 

Approfittiamo per ricordare agli appassionati che ci seguono da tanti anni che la AETNACON 2015 è prevista per la fine dell’estate. Anche quest’anno ci adopereremo per offrire una location degna e degli ospiti di rango. Naturalmente la nostra pagina facebook presenterà tutti gli aggiornamenti in tempo reale compreso il programma degli eventi.

 

Concludiamo invitandovi a seguirci con la consueta attenzione perché stiamo già lavorando al prossimo Fondazione SFM.  Il numero 24 della fanzine, già dal progetto redazionale, si preannuncia ricco e di grandissimo interesse.  Arrivederci a presto e buona lettura.

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Ed eccoci, finalmente bisognerebbe dire, al n°22 della nostra fanzine preferita. Già perché Fondazione Science Fiction Magazine questa volta si è fatta attendere, complice qualche intoppo nella nostra dotazione informatica. Ma ciò che importa è che adesso lo abbiate tra le mani. Passiamo quindi a presentarlo senza indugio.

La prima cosa che colpisce, ovviamente, è la bellezza della copertina. Noi della redazione ci siamo sempre vantati delle preziose collaborazioni strette con alcuni dei più importanti illustratori europei. Oggi aggiungiamo un’altra gemma alla nostra collezione di immagini d’autore ed è con grande soddisfazione che accogliamo Giuseppe Festino nella nostra famiglia di appassionati “fantascientisti”.

Un grande artista che non ha bisogno di ulteriori presentazioni.

Per quanto riguarda la parte testuale, come è ormai nostra consuetudine, abbiamo suddiviso il materiale in due sezioni, quella saggistica e quella narrativa.

La prima è costituita da tre articoli. Il primo è firmato dal nostro Francesco Spadaro. L’inossidabile Navarca ci parla di uno dei romanzi migliori di Isaac Asimov: La fine dell’eternità. Si tratta di un’opera peculiare per molti motivi, non ultimo perché ben distinta dai noti e studiatissimi cicli asimoviani. Tuttavia è ricca di motivi di interesse, soprattutto per le implicazioni filosofiche della vicenda e per la complessità dei personaggi. Ci è sembrato utile ed interessante occuparcene.

Il secondo, La valenza didattica del genere fantastico, di Claudio Chillemi, affronta un territorio fino ad oggi poco esplorato: la Fantascienza a scuola. In questo ambito l’autore ha accumulato negli anni numerose e interessanti esperienze professionali. Il suo contributo vuole essere insieme una testimonianza, una proposta e un’ipotesi di lavoro.

Last but not least, il terzo è la versione scritta dell’intervento di Enrico Di Stefano all’ultima AETNACON. L’argomento trattato è tra i più affascinanti ed esplorati: i rettili tra scienza e fantascienza.

Passando ai racconti, I ricordi di Jona su un terreno sdrucciolevole è firmato da Antonino Fazio, una delle personalità più interessanti tra quelle espresse dall’ambiente fantascientifico italiano negli ultimi anni, a suo agio sia come autore di narrativa che come saggista.

La Migrazione, invece, è un’opera di Mauro Mirci. Scrittore eclettico e animatore dell’ottimo sito dedicato alla letteratura www.paroledisicilia.it, riesce benissimo nel genere fantastico come testimoniano, tra l’altro, i suoi lusinghieri piazzamenti nel Premio Lovecraft e nel Premio Alien.

Il giorno di Andrea Teodorani ci permette di conoscere un autore giovane e promettente che vanta già alcune interessanti esperienze nel campo del fantastico.

Per finire, troverete anche un ampio resoconto di quanto avvenuto nel corso della AETNACON 2013 mentre noi di Fondazione Science Fiction stiamo definendo le fasi operative dell’edizione 2014 che, speriamo, troverete interessante.

Buona lettura.

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Questo numero 21 è dedicato a due amici prematuramente scomparsi. Purtroppo non è la prima volta che accade e già in passato abbiamo dovuto ricordare chi non è più con noi. La Fantascienza italiana, nel breve volgere di una settimana, ha pianto la scomparsa di Riccardo Valla e Alberto Lisiero. Due perdite devastanti per l’ambiente, sia per la componente affettiva che per l’autorevolezza con la quale entrambi contribuivano a mantenere alti i contenuti della SF di casa nostra.

Riccardo Valla, torinese settantenne, aveva iniziato come redattore scientifico ma poi era approdato a quella fantascienza che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Dotato di un non comune sense of humor, aveva preso le redini della World Science Fiction Italia dopo la dipartita di Ernesto Vegetti e l’aveva gestita con la signorilità che lo caratterizzava. E’ stato traduttore d’eccellenza e a lui si affidavano le più importanti case editrici del paese.

Alberto Lisiero, per tutti l’Ammiraglio, aveva solo quarantotto anni e insieme alla moglie Gabriella Cordone era l’anima dello Star Trek Italian Club. Ha dato tantissimo alla fantascienza. Questa lo ha ringraziato in modo curioso ma significativo, facendone una guest star di un episodio di Nathan Never (per il quale aveva scritto alcune sceneggiature). Noi tutti crediamo che, se esiste un mondo migliore dopo questo, Riccardo e Alberto ne fanno parte.

Dopo questa doverosa premessa, andiamo al dettaglio di questo numero. La fiction è presente con tre opere: Antica Pasticceria di Carla Caruso, Il Viaggio di Vincenzo Santagati e con Né la Prima Volta Né L’Ultima di Claudio Chillemi. Carla Caruso è soprattutto una pittrice, ma si cimenta con buoni risultati nella narrativa breve. Con questo racconto, dal sapore surreale, esplora la fragilità dell’impalpabile tessuto della realtà che ci circonda. Vincenzo Santagati ha già pubblicato un romanzo, John Cruel (2012) edito da Caosfera, che sarebbe riduttivo ingabbiare nel genere horror. E’ uno scrittore giovane dalla potente vena creativa e, siamo certi, ne sentiremo parlare bene e a lungo. Il racconto di Claudio Chillemi è dedicato alla memoria di Alberto Lisiero, un piccolo omaggio ad una persona speciale.

Per quanto riguarda la saggistica, ospitiamo Mauro Antonio Miglieruolo che ci propone un interessantissimo articolo su A.E. Van Vogt; con Enrico Di Stefano ci occupiamo di Steampunk con una recensione della trilogia Leviathan – Behemoth – Goliath, ultima fatica dell’americano Scott Westerfeld; e con un articolo di Fabio Massimo Viglianisi di stampo scientifico che ripercorre una delle conferenze dell’ultima Aetnacon: Le Estinzioni di Massa, offriamo un piccolo assaggio della nostra Convention; che analizziamo e raccontiamo in un articolo a parte che chiude questo numero.

Infine, un grazie a Pompeo De Vito che ha realizzato la nostra copertina. Un artista eccellente che conta, tra le sue opere, anche lo splendido logo del Premio Vegetti.

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Potremmo definire questo numero, il ventesimo della serie regolare, una strenna natalizia. Non potrebbe essere altrimenti dato che la prevista uscita autunnale è slittata a ridosso delle festività di fine anno. Ma non tutto il male viene per nuocere e aver pazientato un po’ consentirà a chi ci segue di leggere la rivista “sotto il vischio”. Ma dopo questo preambolo, doveroso nei confronti degli aficionados, andiamo a presentare queste pagine. Fondazione continua a muoversi in direzione “internazionale”, consolidando un percorso iniziato da oltre un decennio. Tre i big nostri ospiti: Maurizio Manzieri, autore della bellissima copertina; David Gerrold, intervistato da Claudio Chillemi in occasione del suo soggiorno in Sicilia, e Renato Pestriniero che ci presenta un suo racconto lungo dal titolo Il Tempo della Muta. Li ringraziamo tutti per la squisita disponibilità e per il contributo che hanno dato al mantenimento dello standard qualitativo che i nostri lettori ci chiedono.

Per quanto riguarda la saggistica, torna su queste pagine uno specialista molto apprezzato e profondissimo conoscitore dell’Ottava Arte, Bruno Caporlingua, che ci parla del fumetto francese di fantascienza. Un mondo vasto e ancora tutto da scoprire, quello della mitica Bande Dessinée del quale ci siamo già occupati in passato e che torneremo ad esplorare ancora in futuro. Il nostro Enrico Di Stefano, invece, ci presenta la seconda parte del suo saggio sul 41° Millennio, dedicato questa volta a quell’autentico fenomeno culturale che nell’ultimo ventennio è diventato Warhammer 40000. Non mancano le recensioni. Questa volta ci siamo occupati dell’ultima fatica letteraria di uno dei più promettenti autori della Sci-Fi di casa nostra: Ferro Sette di Francesco Troccoli.

Prima di chiudere e di augurarvi buona lettura, spendiamo qualche parola per AETNACON 2012. La convention della fantascienza che dal 2010 si tiene all’ombra del più alto vulcano d’Europa sarà nel 2012 l’occasione per incontrare nuovi e vecchi amici. Ospiti di alto livello che potrete incontrare in una cornice prestigiosa e suggestiva, La Città della Scienza, a Catania. Conferenze, presentazioni e proiezioni vi terranno aggiornati circa lo stato dell’arte del nostro genere (letterario/cinematografico/fumettistico) preferito e non mancheranno le iniziative, all’insegna della tecnologia, che preferiamo non anticipare per non guastarvi la sorpresa. Bene… Speriamo di aver stuzzicato la vostra curiosità e di avervi convinto ad accompagnarci, ancora una volta, nel nostro viaggio nel più straordinario dei mondi, la Fantascienza.

 

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I lettori più attenti, quelli che non lesinano una sbirciata anche alla seconda di copertina, si saranno accorti che Fondazione ha cambiato status. Da semplice fanzine, come è stata per oltre un decennio, è diventata il bollettino di un'associazione culturale. Questa evoluzione è dovuta all'ampliarsi degli orizzonti che si sono aperti di fronte al gruppo di appassionati che, nell'ormai lontano 2001, hanno dato vita alla rivista che tenete tra le mani. All'inizio le 28 pagine fotocopiate in bianco e nero erano sufficienti a dare spazio alle idee, ai resoconti, alle proposte di un gruppetto di amici. Ma l'impegno, dapprima esclusivamente amatoriale, si è fatto sempre più coinvolgente fino a che, per una sorta di meccanismo spontaneo, ha preso forma un Progetto Fondazione. Con il tempo ci siamo resi conto che la Fantascienza è uno dei pilastri sul quale si fonda l'immaginario contemporaneo. Da lì ad affrontare il discorso SF in modo sistematico il passo è stato breve.

Ci siamo dedicati alle forme espressive della fantascienza meno trattate, come il suo uso nella pubblicità o nei videoclip musicali. Tutto ciò senza perdere di vista le tre manifestazioni "nobili" del genere: Letteratura, Cinema e Fumetto. Un altro fronte aperto è stato quello puramente creativo... Su questa rivista abbiamo pubblicato numerosi fumetti e racconti, anche di autori molto prestigiosi. Insomma, ci siamo accorti che stavamo cercando di contribuire ad un fenomeno culturale. Da qui è scattata la molla che ci ha fatto creare l'associazione Fondazione Science Fiction. Cosa ci proponiamo? Raccogliere e trasmettere idee attraverso la rivista, come facciamo da più di dieci anni, e lanciare una nuova sfida all'ambiente della SF di casa nostra. Questa sfida si chiama AETNACON, convention della fantascienza le cui due prime edizioni si sono svolte all'ombra del più grande vulcano d'Europa, ma per un resoconto più approfondito vi rimando all’ultima pagina di questo numero.

Ma passiamo ad illustrare Fondazione 19. Iniziamo dalla copertina disegnata dal grande fumettista francese Philippe Caza, che ci ha gentilmente concesso un suo disegno dopo quasi dieci anni dal mitico numero 3, dove aveva già illustrato la copertina della nostra rivista.

Poi gli articoli, con un Giancarlo Manfredi in grande spolvero che immagina il mondo come visto dal ponte dell’Enterprise; Enrico Di Stefano che ci illustra il gioco Star Quest; passiamo quindi a Fabio Massimo Viglianisi, esperto entomologo, insegnante universitario, che vuole illustrarci le affascinanti prospettive di scienza e fantascienza; quindi la TV e il cinema con l’interessante saggio su J.J. Abrams di Pier Luigi Manieri; infine Bruno Caporlingua per onorare l’autore della nostra copertina, inizia il fantastico viaggio sul fumetto di fantascienza francese che si concluderà nel prossimo numero. Tra i racconti, segnaliamo Ugo Malaguti che ci ha gentilmente concesso uno dei suoi racconti; il ritorno tra le nostre pagine dell’amico Donato Altomare illustrato da Emilio Di Gristina che si cimenta anche nella narrativa; infine Claudio Chillemi prova a riscrivere la storia nel suo racconto La Congiura.

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© Claudio Chillemi